Nato Frascà
Lavorare a fianco di un Maestro oltre a rivelarsi come una grande soddisfazione è un’esperienza preziosa specialmente quando si tratta di un ricercatore particolare come Nato Frascà. Artista che non finisce mai di stupirti grazie ai suoi interessi e alle sue molteplici ideazioni.
Ho avuto l’occasione di incontrarlo personalmente qualche anno fa a Praia a Mare in Calabria, grazie a un incontro organizzato dal mio caro amico Salvatore Pepe, attuale Direttore del Museo Civico oltre che valente artista e suo ex allievo all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Ci siamo rivisti a Firenze in una nuova occasione offerta dalla mostra personale del Maestro presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Santo Ficara. In quegli spazi mi sono trovato per la prima volta davanti alle sue opere, ricevendone un’emozione particolare.
Sculture che sviluppano spazi e volumi configurati in maniera geniale da tagli spaziali di magica essenzialità e opere pittoriche piene di fascino materico, dove i colori esplodono di significati misteriosi e rivelano una profonda ricerca interiore. In queste opere ho sentito di riconoscere tante tematiche in comune con le mie ricerche e con mia sensibilità ; vantaggio che mi ha permesso di comprendere una parte della sua instancabile ricerca e del suo lavoro. Grazie ai molti momenti di riflessione passati sulle opere di questo Maestro ho sicuramente recepito stimoli e costruttive influenze alle mie recenti ideazioni architettoniche e di Design anche perché, subito dopo, gli ho proposto di collaborare assieme - cosa che ha accettato con squisita disponibilità - al Concorso per la progettazione della “Nuova sede dell’Ordine degli Architetti di Firenze”. Anche questa si è rivelata un’esperienza unica e indimenticabile che mi ha permesso di approfondire un rapporto di amicizia e di stima delle quali oggi intendo dare testimonianza con il mio lavoro e con questo mio breve scritto.
Nato Frascà Nasce a Roma, dove vive e lavora, il 21 Gennaio 1931.
Dopo gli studi classici si iscrive alla Facoltà di Architettura che lascia dopo tre anni per dedicarsi completamente alla Pittura. Nel 1955 vince la borsa di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e contemporaneamente frequenta l’Università di Studi Sociali Pro Deo (oggi LUISS).
Nel 1961 ottiene la borsa di studio del Governo Francese e si trasferisce a Parigi dove frequenta l’Atelier 17 del grande incisore W.S.Hayther. Durante questo soggiorno incontra e frequenta artisti come Giacometti, Magnelli, Fautrier, Hartung, César, Arman e Calder e si lega di amicizia con il critico Pierre Restany. Nel 1962 torna a Roma dove promuove, assieme a Santoro, Biggi, Carrino, Pace e Uncini la fondazione del “Gruppo 1” che svilupperà fondamentali ricerche pittoriche e plastiche di livello europeo. Di questo Gruppo di ricerca sarà il maggior teorico e animatore e dal 1962 al 1967 parteciperà alle esposizioni e ai maggiori eventi nazionali e internazionali con “Gruppo1”.
La sua attività parallela, iniziata nel 1957, lo vedrà come art-director, scenografo-arredatore, aiuto regista nel cinema e nel teatro con molti registi italiani e stranieri fra i quali, Michelangelo Antonioni, Mauro Bolognini, King Vidor, Dino e Nelo Risi e Luchino Visconti ( scene per “Traviata” al Covent Garden di Londra, e impianto scenico per “La Monaca di Monza”,1967 ).
Nel 1965 è tra i primi italiani a realizzare film d’artista come “KAPPA” al quale seguono nel 1978 “SOGLIE” e nel 1980 “IDENTIKIT”.
Inoltre la sua esperienza di regista per la televisione Italiana fra il 1967 e il 1970 completa la struttura della sua formazione che gli farà produrre numerose installazioni e performances che avranno un peso strategico nel suo complesso universo di ricercatore artistico. Invitato a manifestazioni artistiche nazionali e internazionali dal 1963, fra le quali tre Biennali di Venezia, quattro Quadriennali di Roma, l’Expo di Montreal, la Biennale di Tokyo, quella di S.Marino e due Biennali del Mediterraneo dove, nel 1972, vince il Gran Premio per la Scultura.
Docente accademico (Carrara e Roma) dal 1974 e riconosciuto fondatore della «Psiconologia» (Psicologia dell’Icona) e di numerosi laboratori in Italia e all’Estero sulla pratica e sulla decodificazione dello“Scarabocchio degli adulti”. Oltre a saggi editi e inediti sulla Psicologia dell’Icona, nel 1998 pubblica il testo “L’Arte, all’ombra di un’altra luce” con la prefazione di P.Restany. Nel 1994 organizza un viaggio formativo per 25 suoi studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, fra i quali Simona Torretta, per far conoscere loro la drammatica realtà dell’embargo a Baghdad.
La critica Roberta Reali ha recentemente scritto di lui:
“Il superamento di pittura e scultura per Nato Frascà avviene nella sintesi di un oggetto artistico che si riferisce direttamente ad un “fare arte” in cui la percezione fenomenologia e l’elaborazione intellettuale fungono da substrato per l’immediatezza dell’azione.”
...“La sua ispirazione tratta dai motivi del paesaggio mediterraneo (“Thalassa,Thalassa...”, opera del 1966 contro il regime dei colonnelli in Grecia), dall’arte del Borromini e dalla tradizione alchemica filtrata dalla conoscenza di Jung e Steiner, conduce alla realizzazione di opere figurative e non, in cui spesso dominano uno sferzante senso ironico, la reinterpretazione ludica dei tòpoi dell’arte metafisica e gli esiti brillanti di una ricerca formale rigorosissima. Infatti, colto nel divenire, è il “Rebis Matrice” (1967), oggetto lineare, trasmutante e anamorfico, “segno” derivante dall’intreccio dinamico delle ortogonali del cubo ermetico con la diagonale che ne costituisce l’anima e il principio generativo”.
Hanno scritto su di lui: G.C.Argan, N.Ponente, P.Bucarelli, E.Battisti, P.Restany,U.Apollonio, G.Dorfles, E.Crispolti, F.Menna, S.Orienti, J.Pfeufer, G.C.Politi, I.Tomassoni, L.Trucchi, M.Volpi, A.Bonito Oliva, P.Hefting, M.Valsecchi, V.Apuleo, F.Vincitorio, G.Ballo, P.Fossati, E.Gavazza, C.Maltese, L.V.Masini, I.Mussa, G.Marchiori, A.Veca, L.Caramel, E. Laszlo, G. Appella, D.Lopez, A.Boatto, G. dalla Chiesa, B.Martusciello, etc.
www.natofrasca.com