Antonio Saporito e suoi lavori “artingegnali”
Architetti, architetture, architettare... Un continuum che evoca il lavoro più artingegnale che artigianale di Antonio Saporito, attento e appassionato architetto, fruitore e progettatore di elementi spaziali che oggi offre al nostro uso quotidiano le sue elaborazioni squisitamente architettoniche pur se “mascherate” da piccoli, discreti “mobili”.
L’attenzione rivolta alle mie opere pittoriche e scultoree - che, più che sculture, sono state definite, da varii critici e storici, “strutture” - mi conforta delle lunghe peripezie svolte nel tempo e affrontate nella mia oramai quarantennale ricerca artistica.
Ho sempre dichiarato che autentico “Maestro” è “colui che sa farsi, al momento giusto, anche allievo“ nel saper riconoscere e arricchirsi con il lavoro di chi si è ritenuto, anche se per un attimo, suo “allievo” influenzato e, soprattutto, stimolato dalle sue ricerche e dalle sue opere.
Chi di noi potrebbe mai affermare di non riconoscersi, in qualche modo, “figlio” di tutti i grandi Maestri che hanno attraversato la storia dei linguaggi, di tutte le ricerche e di tutti i linguaggi, artistici ( e scientifici ) che hanno contribuito all’evoluzione umana : dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla musica, dalla poesia alla danza, al design, alla letteratura, al teatro, al cinema...?
La nostra capacità di “assorbimento” e la nostra fame di conoscenza sono gli elementi fondamentali che ci spingono all’esplorazione di territori non ancora precisati nella loro realizzazione; questa specie particolare di curiosità, questa volontà di superamento degli interrogativi che puntellano quei confini inesplorati, diventano il vero motore della ricerca umana e lo stimolo a percorrere sentieri e orizzonti per accedere sempre di più a un oltre che si configura come destino dell’essere.
Forse, Antonio ha trovato nelle mie opere una particolare consonanza con i suoi stessi orizzonti e con il suo desiderio di accedere, con spirito più pratico e concreto come è giusto che sia nella natura di chi “architetta”, a un regno di forme ideali, archetipali come le ombre della caverna platonica, solo apparentemente irrealizzabili, ma (come può avvenire nelle opere d’arte di chi lancia davanti a sé - pro / jecta - la sfida costruita su una realizzabile paradossalità ) che comunque chiedono di emergere grazie all’azione creativa; appunto, quella artingegnale.
Oltre a ringraziarlo per aver realizzato, con questi suoi “contenitori di spazio”, forse un sogno indistinto che abitava il mio inconscio, posso solo aggiungere che i suoi progetti sotto forma di prototipi, nella loro essenzialità e contemporanea complessità, riescono a renderci partecipi in maniera armoniosa sia di quel regno fantastico e paradossale che si chiama Arte come di quello della nostra realtà quotidiana che definiamo “Interior Design”.
Nato Frascà (nota biografica)
Roma, 19 Novembre 2005